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Il conflitto all’interno di un gruppo di lavoro è un fenomeno comune e umano, soprattutto nei contesti in cui devono collaborare persone con diverse competenze, personalità e obiettivi. Saperlo gestire in modo intelligente trasforma l’ambiente di lavoro in un luogo sereno e produttivo.

Approfondiamo meglio questo tema per aiutare le persone in cerca di lavoro e le aziende attente al loro personale a vivere la gestione del conflitto sul lavoro come un’occasione per conoscere meglio il team e risolvere i contrasti in modo costruttivo. 

La gestione del conflitto in azienda

La gestione del conflitto in azienda è una responsabilità che ricade soprattutto sui datori di lavoro. Devono essere in grado di riconoscere in modo tempestivo i segnali di un conflitto latente per poter intervenire prima che diventi un problema grave. Vediamo come riconoscere i conflitti sul lavoro e cosa può fare un leader per prevenirli. 

Riconoscere e prevenire i segnali di conflitto 

Un datore di lavoro attento saprà cogliere alcuni segnali tipici di un conflitto imminente. Tra questi segnali troviamo:

  • calo nella produttività: una diminuzione nelle performance può essere sintomo di malcontento tra le persone del team; 
  • aumento delle assenze: quando la tensione sul lavoro diventa insostenibile, è possibile che aumentino le assenze; 
  • comunicazione ridotta al minimo: un gruppo di lavoro che smette di comunicare potrebbe essere alle prese con un conflitto non risolto;
  • formazione di sottogruppi o alleanze: quando il team inizia a dividersi in gruppi separati, c’è un rischio elevato di conflitti interni.

Questi quattro segnali sono molto pericolosi per il benessere del team. Possono portare a un sovraccarico emotivo e trasformare l’ambiente di lavoro in un luogo tossico in cui il malcontento e le polemiche diventano all’ordine del giorno tanto da rendere il conflitto inevitabile. La nostra esperienza ci insegna che ci sono diversi strategie per non arrivare a vivere una situazione lavorativa così pesante e prevenire i conflitti. Ecco le strategie più efficaci:

  1. promuovere una cultura della comunicazione aperta e quindi incoraggiare il gruppo a esprimere le proprie preoccupazioni e le proprie opinioni in modo costruttivo; 
  2. formare il team sulla gestione del conflitto e organizzare delle sessioni di formazione dedicate al tema. In questo modo il team ha degli strumenti su come affrontare delle situazioni di tensione in modo positivo;
  3. stabilire delle regole e dei ruoli chiari: la chiarezza sulle aspettative e sulle responsabilità aiuta a ridurre le incomprensioni; 
  4. favorire un clima di rispetto reciproco: incentivare l’ascolto, il rispetto e la collaborazione tra il team è fondamentale per prevenire malintesi e tensioni.

Tra i valori di HumaVerse c’è proprio il rispetto e l’ascolto attivo, due valori che rendono più umano ogni rapporto di collaborazione e rendono un ambiente di lavoro sano e positivo.

La gestione del conflitto nel gruppo di lavoro

La gestione del conflitto all’interno del gruppo richiede sensibilità, empatia e un’attenta mediazione, qualità che vanno allenate e perfezionate in funzione del gruppo di cui si fa parte. È chiaro che ogni team ha una propria dinamica interna ma molto spesso il conflitto nasce quando le differenze di opinione o le aspettative anche di una sola persona non vengono gestite in modo adeguato. Per questo motivo è importante quindi riconoscere le dinamiche di gruppo e le principali cause di conflitto che si possono presentare.

Per esempio è possibile che si presentino delle divergenze sugli obiettivi nel caso in cui membri del team non condividono la stessa visione su come raggiungere un obiettivo. Possono sorgere anche dei problemi di comunicazione dovuti a incomprensioni non spiegate e risolte o in generale per una mancanza di chiarezza. Un’altra causa di conflitto nasce quando in un gruppo ci sono delle differenze nei metodi di lavoro. Capita che alcune persone del team preferiscono un approccio più strutturato e si ritrovano a collaborare con menti più essere più flessibili e creative.

Gestione e risoluzione dei conflitti nel gruppo

Le cause di un conflitto fanno capire che per gestirlo in modo intelligente è importante facilitare il dialogo. Può essere utile creare degli spazi di confronto in cui le persone dello stesso team si sentono libere di esprimere liberamente le opinioni per imparare a collaborazione in modo sereno e con una trasparenza di pensiero che aiuti a non creare malintesi.

La nostra esperienza in una grande azienda ci insegna che è importante anche favorire il compromesso in cui si trova una soluzione tra le diverse posizioni in campo. Diventa fondamentale attuare alcune strategie per gestire la situazione: 

  • favorire soluzioni win-win: l’obiettivo finale dovrebbe essere una soluzione che tenga conto degli interessi di tutti.
  • riconoscere e accettare il conflitto: non serve il problema nella speranza che scompaia da solo perché quel problema – attenzione, attenzione – non scomparirà; 
  • facilitare la comunicazione: durante una riunione di gruppo, ogni membro dovrebbe avere la possibilità di esprimere la propria opinione senza essere interrotto;
  • individuare le cause sottostanti: spesso, i conflitti di gruppo non derivano da problemi immediati, ma da tensioni latenti o da dinamiche di lungo termine. 

Un esempio di conflitto sul lavoro

Uno dei più comuni motivi di una possibile divergenza di pensiero nasce quando un gruppo lavora a un progetto in scadenza e non si trova un accordo su come suddividere le responsabilità. Un esempio riportato su “La Mente è Meravigliosa” riguarda proprio la disparità di carico lavorativo. In questo caso, un buon manager deve riconoscere il problema, favorire una discussione aperta per chiarire i ruoli e trovare una soluzione che equilibri le responsabilità.

Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo un gruppo di quattro persone che deve presentare un nuovo prodotto sul mercato con una deadline di due settimane. 
Luisa si lamenta del fatto che sta svolgendo la maggior parte del lavoro. Partecipa a ogni riunione, prende gli appunti che poi condivide con il resto del gruppo, ha fatto diverse ricerche di mercato per capire il posizionamento del prodotto. I primi giorni è felice di avere tutto questo entusiasmo ma poi si rende conto che Simone si assenta e ha perso diverse riunioni interne, è spesso svogliato e non prende mai la parola per dare una sua opinione o idea. Per Luisa il carico di lavoro è sbilanciato e iniziano le tensioni con le prime accuse di uno scarso impegno di Simone. In questo caso, il conflitto non è da considerarsi grave e si potrebbe risolvere con una discussione aperta mediata dal responsabile del progetto. Una terza persona fa da filtro e aiuta a chiarire i ruoli, a creare una discussione sana che porti a conoscersi meglio nel team e a crescere come gruppo. Chi interviene per allontanare il conflitto deve anche chiarire i ruoli e le aspettative di ciascun membro in modo da rinegoziare la distribuzione del lavoro in modo più equo.

La comunicazione assertiva per la gestione dei conflitti

L’esempio di Luisa e Simone introduce bene il concetto di comunicazione assertiva, un approccio molto utile quando si creano attriti e malintesi. Abbiamo parlato di comunicazione assertiva in un precedente articolo per far conoscere quanto sia importante per vivere in un ambiente di lavoro sereno. 
La comunicazione assertiva, infatti, è uno strumento fondamentale per la gestione dei conflitti. Essere assertivi significa esprimere i propri pensieri, sentimenti e bisogni in modo chiaro, diretto e rispettoso, senza imporre le proprie idee sulle altre persone.

Nella gestione dei conflitti, la comunicazione assertiva offre numerosi vantaggi:

  • promuove il rispetto reciproco: l’assertività permette di affrontare i problemi senza che sia necessario accusare ma cercando una soluzione condivisa;
  • evita l’escalation del conflitto: esprimere le proprie emozioni in modo controllato e rispettoso aiuta a non far degenerare la situazione;
  • favorisce la collaborazione: un approccio assertivo invita le persone a collaborare e non a competere o entrare in contrasto.

Per praticare la comunicazione assertiva, ricorda alcune regole: 

1. Usa il pronome “io” per esprimere i tuoi sentimenti e quindi per esempio: “Io mi sento frustrato quando non viene rispettata la scadenza”.
2. Evita di accusare: invece di dire “Tu non fai mai il tuo lavoro”, scegli un’opzione più morbida e non giudicante come per esempio: “Ho notato che ci sono state difficoltà nel rispettare i tempi”.
3. Proponi soluzioni: non pensare solo a come esprimere un pensiero o un problema, ma anche alla ricerca di soluzioni condivise.

Come gestire i conflitti sul lavoro per trasformarli in un momento di crescita

I conflitti, se gestiti correttamente, possono essere un’opportunità per il miglioramento individuale e organizzativo di un team. È chiaro che trasformare un conflitto in un momento di crescita richiede un approccio positivo e non è sempre facile, ma esistono diversi strumenti che possono venire in soccorso anche alla persona meno porta caratterialmente alla risoluzione di un contrasto. 

Se sei un datore di lavoro, un project manager o hai la responsabilità di un progetto, ricorda che ascoltare tutte le parti coinvolte consente di identificare aree di miglioramento che portano allo sviluppo delle competenze relazionali. Affrontare un conflitto, infatti, può migliorare le competenze di ascolto attivo, mediazione e negoziazione.
La risoluzione di un conflitto può rafforzare anche il senso di appartenenza e di coesione nel gruppo e rendere il team più preparato alle collaborazioni future. 

Il conflitto, se non gestito correttamente, può danneggiare le relazioni, far odiare il proprio lavoro, ostacolare la comunicazione e ridurre l’efficienza delle persone.
Allo stesso tempo utilizzare il conflitto come catalizzatore per il cambiamento può portare a miglioramenti significativi. Ricordiamolo: è una dinamica del tutto umana che, se affrontata in modo proattivo, può trasformarsi in un’opportunità di crescita sia per le persone che lavorano nel team sia per l’organizzazione. 

Un libro da leggere sulla gestione del conflitto sul lavoro

Se hai voglia di documentarti sull’argomento, ti consigliamo di leggere  Leaders Eat Last: Why Some Teams Pull Together and Others Don’t di Simon Sinek. È un libro che offre preziose intuizioni su come creare ambienti lavorativi positivi in cui i conflitti vengono gestiti con successo, favorendo la fiducia e la cooperazione all’interno dei team.

Complimenti per aver letto fino alla fine!
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