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Alessia lavora da 17 anni. Da giovane ha fatto un’esperienza di 9 mesi a Madrid e poi è tornata in Italia. Ha lavorato in una grande azienda per avere la possibilità di formarsi e crescere, ma dopo diversi anni si è licenziata e ha cambiato lavoro per avvicinarsi alla sua famiglia d’origine.
Alessia è un talento con tanta esperienza: è abituata a lavorare in team ma sa gestire un progetto in autonomia, sa tenere a bada lo stress di un lavoro importante, in cui si hanno tempi corti e manager poco predisposti alla gentilezza. È una lavoratrice instancabile, che sa quando bisogna evitare di tirarsi indietro perché l’azienda ha bisogno di lei. 

Nonostante i progetti importanti e la tanta esperienza, da qualche anno vive il suo lavoro con disagio e mese dopo mese questo suo malessere la sta trasformando in una persona diversa, a lavoro e nel suo privato. 

Alessia è stanca, tanto stanca. Ha perso la motivazione di un tempo, la voglia di sbarcare il lunario, l’ambizione che quando era più giovane le ha permesso di essere oggi un talento senior apprezzato e riconosciuto. Alessia è stanca e anche delusa. Ce l’ha con l’azienda per cui lavora perché non la valorizza abbastanza, ce l’ha con se stessa perché lascia vincere le tante emozioni negative che la stanno spegnendo giorno per giorno.

Il mondo Tech è pieno di persone come Alessia. Amano il loro lavoro, ma oggi faticano a viverlo con quella serenità mentale che le rende felici, appagate e più produttive.

Sovraccarico di lavoro e sovraccarico emotivo: due facce della stessa medaglia

Partiamo da una difficoltà evidente. Misurare lo stress da troppo lavoro è difficile poiché ogni persona risponde a esso in modi complessi e unici. Quando si parla di stress lavorativo, ci sono tante sfumature: lo stress può ispirare alcune persone a dare il meglio di sé, mentre altre possono chiudersi e vivere una situazione di disagio. In più, esistono tanti fattori che possono contribuire allo stress sul lavoro e può essere difficile – spesso impossibile – individuare una singola causa o addirittura un gruppo di cause. Una cosa, però, è chiara: la persona sottoposta a un forte stress negativo ha meno probabilità di descriversi come altamente produttiva.

Abbiamo dato un nome a questo mix di emozioni: il talento che si sente così sopraffatto e infelice nell’ambiente in cui lavora, anche in uno dei modelli tipici della flessibilità lavorativa, sta vivendo un crollo dovuto a un sovraccarico lavorativo. Il sovraccarico lavorativo è la conseguenza di un pensiero del lavoro distorto. Nell’era del consumismo e del tutto e subito, chi lavora nel mondo Tech, spesso viene sobbarcato di un impegno lavorativo superiore al previsto. Ha troppi task a cui pensare nello stesso momento, lavora più ore rispetto a quanto stabilito nel contratto, deve soddisfare richieste urgenti che prosciugano tutte le sue energie. 

Lo stress da eccessivo carico di lavoro cambia il suo rapporto con l’azienda e il team. Molto spesso a questo tracollo lavorativo si aggiunge uno stato d’animo colmo di emozioni negative in cui si arriva anche a odiare il proprio lavoro, ed è in questo momento che lo stress da eccessivo carico di lavoro interferisce sulla sfera personale

Che cosa è il sovraccarico emotivo (in breve)

Il sovraccarico emotivo sul lavoro è una tipologia di stress che implica un forte coinvolgimento personale, porta a un collasso delle energie che si ripercuote nella vita professionale del talento e, di riflesso, nella sua sfera privata. 

Chi sente queste emozioni avverte una stanchezza mentale a cui si aggiunge la paura di poter perdere il lavoro se ci si lamenta per il troppo stress. Il tracollo emotivo si avvicina alla sindrome di burnout, una condizione di stress cronico e costante che si riconosce da sintomi fisici e psichici inequivocabili, tra cui:

  • Alta vulnerabilità 
  • Stanchezza cronica
  • Senso di frustrazione
  • Disinteresse e insoddisfazione (personale e professionale)
  • Riduzione dell’efficienza lavorativa
  • Distacco emotivo  
  • Scarsa autostima
  • Costante tensione e irritabilità
  • Insonnia e poca voglia di mangiare
  • Frequenti mal di testa

Soffrire anche solo di alcuni di questi sintomi porta a un peggioramento della qualità della vita e a percepire il lavoro con un carico di stress preoccupante.

Il multitasking non esiste! 

Alessia e tutti i talenti che lavorano nel mondo Tech sono state ingannate. Hanno creduto al potere del multitasking senza mettere in conto che – attenzione – il multitasking non esiste.
Lo dicono le ricerche scientifiche, lo iniziano a capire aziende e talenti che oggi vogliono portare qualcosa di nuovo nel mondo del lavoro in Italia.
Il problema è che il nostro cervello non può – non deve – andare in sovraccarico emotivo sul lavoro e in generale nella vita privata. Il cervello, infatti, non è in grado di eseguire più compiti complessi nello stesso momento, altrimenti commette degli errori. Ma non solo. Se lavora in situazioni di sovraccarico si stanca più velocemente. 

Avere un team in salute e pronto a spendersi al mille per mille delle sue capacità assume un’importanza fondamentale. Nel 2024 è impensabile vivere il lavoro con un carico di stress così alto che mina la sfera personale e incide sul proprio benessere psicofisico. È ancora più impensabile credere che una persona possa fare più cose insieme in modo eccellente, come se fosse una macchina senza emozioni, ed essere produttiva e felice.