Cambiare lavoro mentre si lavora è una decisione complessa, spesso vissuta in silenzio. Non è solo una questione di logistica – trovare il tempo per aggiornare il curriculum – ma è prima di tutto una questione di identità.
Quando già lavori, hai un team, una routine e degli obiettivi condivisi, immaginarsi altrove richiede coraggio, lucidità e senso di responsabilità. Perché cambiare lavoro mentre si lavora non significa solo cercare “qualcosa di meglio”, ma interrogarsi su chi siamo diventati o diventate nel frattempo e su cosa vogliamo diventare. Significa non perdere la motivazione e trovare nuovi stimoli per crescere come professionista.
Se stai leggendo questo articolo significa che un piccolo campanello d’allarme ti è già risuonato nella testa. Non hai la giusta motivazione al lavoro, ci sono troppi conflitti e avverti la pesantezza di affrontarli ogni giorno, odi il tuo lavoro oppure l’ambiente in cui lavori è tossico.
Lo capiamo, perché la situazione è più comune di quanto pensi. Questa guida strategica nasce proprio per darti dei consigli pratici per cambiare lavoro mentre si lavora, capire come comportarsi da una posizione di forza, senza fretta né pressioni, mantenendo il controllo. Mica è una cosa semplice, no. Bisogna saperlo fare bene: con discrezione, coerenza e rispetto. Per sé stessi e per tutte le altre persone coinvolte.
I segnali che indicano la necessità di cambiare lavoro.
Il primo sintomo del malessere professionale è quel lunedì mattina che diventa più doloroso di una sessione dal dentista. Non è solo stanchezza cronica, stress o antipatia per il collega o la collega. È una costante sensazione di insofferenza, di disaffezione al lavoro; è il classico “non ce la posso più fare”, abbinato magari a una crescita professionale stagnante. A volte si cerca un nuovo lavoro per istinto, altre volte per necessità. Ma spesso il bisogno di cambiare lavoro mentre si lavora matura lentamente. Ecco perché è importante imparare ad ascoltare i segnali, quelli che si affacciano nei momenti di silenzio.
Condividiamo con te alcuni tra i segnali più frequenti, spesso sottovalutati:
- Ti senti in pausa. Vivi come se stessi vivendo una parentesi in attesa che accada “qualcosa”. Il problema è che, spesso, quel qualcosa non arriva.
- Il lavoro ti prosciuga più di quanto ti nutre. Le giornate difficili capitano a ogni persona che lavora, ma se lo sforzo non è più bilanciato dal senso, se lo stress è davvero troppo alto, si crea una frattura profonda.
- Non ti riconosci più nel tuo ruolo. Sei cresciuto, sei cresciuta e hai una maturità diversa ma il tuo lavoro è rimasto fermo e non parla più la tua lingua.
- Hai smesso di fare domande. Quando non hai più curiosità, perdi anche la motivazione. Non c’è più nulla da esplorare o imparare ed è in quel momento che dovresti riflettere, perché la crescita si nutre di domande, non solo di risposte.
- Stai scegliendo il quieto vivere. A volte si mantiene il lavoro per abitudine, per affetto o per paura. Ma non sempre restare è la scelta più leale, né verso di noi né verso l’azienda.
Riconoscere questi segnali non è semplice: serve onestà e lucidità. Se stai male, se hai deciso di cambiare lavoro mentre lavori, devi partire proprio da qui. Devi fare una riflessione su cosa ti aspetti dal tuo futuro professionale.
Perché cambiare lavoro mentre si lavora può essere vantaggioso.
Arriva un momento in cui la sensazione è chiara e pensi di non farcela. “Non voglio più stare dove sono, ma non posso permettermi di mollare tutto”. È proprio lì che nasce la sfida e l’opportunità. Cambiare lavoro mentre hai già un’occupazione può essere una delle strategie più intelligenti e sostenibili per crescere come professionista. Ti spieghiamo perché.
1. HAI IL TEMPO DI SCEGLIERE E NON DEVI ACCONTENTARTI.
Quando si cerca lavoro per urgenza o necessità, si tende a essere persone più vulnerabili. Ogni proposta sembra quella giusta, ogni porta socchiusa pare un’uscita di sicurezza. Ma in questa dinamica, il rischio di accettare un “ripiego” è altissimo. Essere già inseriti o inserite in un contesto lavorativo, invece, ti dà respiro. Ti permette di valutare con lucidità, fare domande scomode ai recruiter, informarti davvero sull’azienda, e soprattutto capire se quella nuova opportunità è in linea con la persona che vuoi diventare, non solo con il tuo desiderio di cambiare lavoro.
2. TI MUOVI DA UNA POSIZIONE DI FORZA.
Avere un lavoro ti permette di negoziare con più consapevolezza. Non devi “venderti”, puoi proporti.
C’è una differenza enorme tra le due cose. E poi, non dimentichiamolo: aziende, recruiter, head hunter lo sanno. Chi cerca lavoro mentre lavora è spesso percepito come un candidato o una candidata di valore, perché sta facendo una scelta attiva, non una fuga.
3. PUOI COSTRUIRE LA TRANSIZIONE, NON SUBIRLA.
Un cambiamento ben gestito ti permette di preparare con cura ogni passo: dall’aggiornamento del tuo profilo LinkedIn alla pianificazione dei saluti alla vecchia azienda, dalla ricerca silenziosa alla gestione dell’annuncio finale. Non deve esserci una frattura. Si apre una nuova pagina mentre la precedente si chiude con dignità.

Come iniziare a cercare senza compromettere il ruolo attuale.
Iniziare a guardarsi intorno mentre si è ancora operativi o operative in azienda è un atto di equilibrio. Non solo logistico – tra riunioni, deadline e colloqui – ma anche interiore. Perché cercare lavoro mentre si lavora non è un tradimento. È più una forma di lealtà verso di sé e verso il proprio potenziale. Attenzione però: va fatto con metodo, rispetto e una buona dose di intelligenza emotiva.
Ecco alcuni consigli per lavorare al tuo cambiamento.
1. Stabilisci il tuo perché.
Prima di aggiornare LinkedIn o rispondere a aziende recruiter, chiediti: Perché sto cercando un nuovo lavoro? Cosa cerco davvero?
Non si tratta solo di stipendio o benefit (che pure contano), ma di significato, visione, appartenenza. Si tratta di crescita. Avere chiaro il tuo “perché” ti guiderà nelle scelte e ti proteggerà da deviazioni inutili.
2. Crea spazi “neutri” per la ricerca.
Impara a separare il tempo professionale da quello dedicato alla ricerca. Ti diciamo questo non solo per una questione di etica, ma perché ti aiuta a mantenere la mente lucida. Ricorda che tutto ciò che fai oggi in modo ordinato ti eviterà stress domani. Per questo ti consigliamo di:
- Sfruttare le prime ore del mattino o la pausa pranzo.
- Dedicare un paio di sere a settimana all’aggiornamento del profilo, all’esplorazione delle offerte, al networking mirato.
- Creare un’email personale da usare solo per la ricerca.
3. Tieni un profilo basso (ma attivo).
La discrezione non è segretezza, è intelligenza. Cercare lavoro in modo attivo non significa farsi pubblicità, ma muoversi con consapevolezza e strategia. Evita quindi di pubblicare post troppo espliciti, non aggiornare il tuo profilo LinkedIn con titoli come per esempio “Looking for new opportunities” se non vuoi farlo sapere al mondo (compreso il tuo team). La parola chiave è: presenza selettiva.
Il networking silenzioso: come farsi notare senza esporsi.
Quando si parla di networking, spesso si pensa a eventi, strette di mano, messaggi in direct o post autoreferenziali su LinkedIn. Se stai cercando un nuovo lavoro mentre hai già una posizione in azienda, questo approccio può diventare un boomerang. Esiste un altro modo, più discreto, più autentico, più efficace. Si chiama networking silenzioso ed è più un’arte che una tecnica.
Condividiamo con te qualche consiglio pratico su come agire:
1. Non dire “sto cercando”, ma mostra di essere “in evoluzione”.
Non serve dichiarare apertamente che stai cercando un nuovo lavoro. Basta riattivare la tua presenza professionale in modo intelligente. Puoi condividere articoli legati al tuo settore, magari con un commento personale che mostra competenza e pensiero critico. Puoi partecipare a discussioni nei gruppi LinkedIn o sotto post di altri talenti. Puoi anche pubblicare contenuti soft, che parlano del tuo approccio al lavoro, delle sfide che affronti, di ciò che ti appassiona. In questo modo, ti posizioni. E chi deve notarti, ti noterà.
2. Riconnettiti, senza chiedere nulla.
Il networking non è chiedere qualcosa al momento del bisogno; è costruire delle relazioni. Scrivi a chi stimi, anche solo per sapere come sta, condividi un contenuto che potrebbe interessare, sii presente in modo sincero. Spesso, le migliori opportunità nascono da conversazioni disinteressate.
3. Frequenta i posti giusti, anche da lontano.
Oggi fare networking non richiede presenza fisica. Webinar, eventi online, community tematiche, Slack di settore, podcast. Sono tutte occasioni per farsi vedere nel proprio contesto professionale, senza mettersi un cartello addosso.
4. Sii riconoscibile nella tua specialità.
In un mondo pieno di profili generici, chi si distingue è chi ha una voce, un punto di vista, una competenza chiara. Farsi notare in modo silenzioso significa proprio questo: coltivare la propria identità professionale in modo coerente, senza bisogno di gridarla.
Il networking silenzioso funziona perché non forza nulla, ma prepara il terreno ed è un investimento. Spesso, chi sa muoversi bene in questa fase non ha bisogno nemmeno di inviare troppi CV: sono le opportunità a bussare alla porta.
Aggiornare LinkedIn e curriculum.
Uno degli aspetti più delicati nel cercare lavoro mentre si lavora è aggiornare i propri canali e quindi il curriculum, il profilo LinkedIn, il proprio portfolio. Spesso chi si trova in questo limbo professionale ha anche paura di aggiornare perché non vuole sollevare sospetti o dare segnali ambigui su di se. Perché, lo sappiamo: nel mondo del lavoro, piccoli cambiamenti possono far nascere grandi domande.
Abbiamo preparato questa guida strategica anche per aiutarti a capire che voler cambiare la propria posizione e aggiornare i profili per far conoscere questo desiderio non è un crimine, al contrario è il modo migliore per essere pronti e pronte quando arriva l’occasione giusta. Condividiamo alcuni consigli su come farlo in modo strategico e discreto.
1. Disattiva le notifiche di LinkedIn.
Il primo passo, il più ovvio, ma anche quello che si dimentica è quello di aggiornare il profilo e disattivare le notifiche di rete. In questo modo ogni modifica che farai, un cambio di titolo, di job description o di esperienza, non verrà notificata ai tuoi contatti.
2. Aggiorna il curriculum in parallelo, ma con coerenza.
LinkedIn è importante, ma il curriculum resta il tuo biglietto da visita nel processo di selezione. Assicurati che i due siano allineati ma non identici: il CV può essere più dettagliato, più tecnico, mentre il profilo LinkedIn può comunicare il tuo brand personale, con un tono più narrativo e strategico. Lavora su entrambi con costanza, magari dedicando un’ora alla settimana per rivedere, aggiornare e migliorare i due strumenti.
3. Cambia il titolo professionale con attenzione.
A meno che tu non abbia già comunicato internamente la tua voglia di andare via, evita titoli troppo generici o sospetti come “In cerca di nuove opportunità”. Opta per un titolo che parli di te come professionista e non come persona candidata. È sempre meglio comunicare ciò che puoi offrire rispetto a comunicare il tuo bisogno di cambiare.
4. Attiva la funzione “open to work” in modalità privata.
LinkedIn offre la possibilità di segnalare a head hunter e aziende recruiter che sei aperto o aperta a nuove opportunità, senza che questa informazione sia visibile pubblicamente. È una funzione potente se viene usata bene.
Aggiornare i propri strumenti professionali è un atto di cura per non arrivare impreparati o impreparate quando si presenta l’occasione. Pensa invece con strategia e metodo per trovarti nella condizione di scegliere e non in quella di sperare che arrivi una nuova occasione di lavoro.
Come gestire i colloqui durante l’orario lavorativo.
Organizzare e sostenere i colloqui mentre si lavora a tempo pieno è una delle parti più complesse di una ricerca professionale e non solo per questioni pratiche, ma anche per il carico emotivo che porta con sé: il dover essere presenti in due contesti diversi, mantenere la concentrazione, evitare sospetti. Anche in questo caso, abbiamo pensato di darti qualche consiglio utile:
1. Ritagliati del tempo “protetto” (senza sottrarlo al tuo attuale lavoro).
L’onestà verso il proprio datore di lavoro è alla base di ogni cambiamento, ma questo non significa che devi condividere tutto. Il tuo diritto alla riservatezza va tutelato, finché lo fai con rispetto ed etica professionale. Organizzati e:
- Sfrutta i permessi personali o le ore di ferie arretrate per fissare i colloqui.
- Pianifica gli appuntamenti in orari marginali: inizio giornata, pausa pranzo, tardo pomeriggio, il sabato mattina.
- Se lavori in smart working o con un contratto di lavoro flessibile, ritagliati delle finestre in cui sai di poter gestire una call senza interruzioni o rischi di sovrapposizioni.
L’obiettivo non è nascondersi, ma non sottrarre valore al tuo attuale ruolo, finché sei lì.
2. Sii impeccabile nella gestione del tempo.
Ogni minuto conta. E nei giorni in cui hai un colloquio, è normale sentirsi tra due mondi. Ecco perché serve una pianificazione scrupolosa. Per questo:
- Prepara tutto in anticipo: outfit, CV, eventuali domande.
- Evita giornate con più di un colloquio: rischi di arrivare scarico, in sovraccarico emotivo e con la testa altrove.
- Se possibile, concediti un buffer mentale prima e dopo: anche solo 15 minuti di silenzio per centrarti possono fare la differenza.
3. Non usare strumenti aziendali. Mai.
Questo punto è semplice: non usare il computer, il telefono o l’indirizzo email aziendale per nulla che riguardi la tua ricerca.
Oltre a essere poco etico e poco rispettoso, potrebbe compromettere la tua reputazione professionale. Avere strumenti separati significa anche proteggere la tua serenità.
4. Preparati anche emotivamente.
I colloqui sono momenti ad alta intensità: adrenalina, aspettative, pensieri. Tornare alla normalità subito dopo può non essere facile e allora concediti tempo per decomprimere. Ricorda anche una cosa importante: non devi essere per forza multitasking.
Cambiare lavoro mentre si lavora è anche questo: imparare a essere presenti dove sei, mentre costruisci dove andrai e in mezzo coltivare una presenza consapevole, che non lascia strascichi né sensi di colpa.
Etica e riservatezza: cosa fare e cosa evitare.
Lo abbiamo scritto più volte: cambiare lavoro non è un atto scorretto. È naturale, legittimo, a volte necessario. Eppure come lo si fa racconta molto della nostra identità professionale. In un mondo del lavoro sempre più interconnesso, il modo in cui lasci un’azienda può avere un impatto duraturo sulla tua reputazione. Per questo, devi saper coniugare etica e riservatezza. Ricorda alcune cose importanti.
1. Non confondere discrezione con segretezza tossica.
Essere una persona riservata non significa vivere nella paura di essere scoperti, ma avere chiaro che ogni cosa ha il suo tempo. Non è necessario informare il proprio team o il proprio manager al primo colloquio, però quando la nuova opportunità si concretizza, quando firmi o stai per firmare, è giusto e doveroso iniziare un confronto trasparente. Il rispetto verso l’azienda che ti ha dato fiducia – anche se ora non ti rappresenta più – passa da qui.
2. Non parlare male. Di nessuno. Mai.
Durante i colloqui ti chiederanno spesso: “Perché vuoi cambiare?”.
Evita lo sfogo, la lamentela, il sarcasmo. Anche se hai vissuto una situazione di sofferenza, parlare male dell’azienda che stai lasciando non ti rafforza, anzi ti indebolisce e chi ti ascolta lo percepisce. È molto meglio spostare il focus su ciò che cerchi, non su ciò da cui scappi.
3. Proteggi le informazioni sensibili.
Durante un colloquio di lavoro può capitare di parlare di progetti, clienti, strategie. Ricorda che i dati, le soluzioni e i processi interni dell’azienda in cui lavori non ti appartengono. Parlare del tuo ruolo va bene, ma non usare mai informazioni riservate per metterti in luce. È una scorciatoia che può costare caro, soprattutto se finisci per lavorare in settori vicini o competitivi.
Ti lasciamo questi consigli perché cambiare lavoro mettendo al primo posto il rispetto verso la tua attuale posizione non è solo una questione di eleganza.
È una scelta di valore.
Perché il modo in cui chiudi un ciclo lascia il segno. E spesso parla più forte del curriculum che mandi in giro.
Come affrontare il preavviso e l’uscita con professionalità.
Una volta che hai preso la tua decisione, arriva il momento della comunicazione ufficiale. Il preavviso è una fase delicata, sia per l’impatto che ha sul gruppo di lavoto, sia per come influenzerà la tua reputazione futura.
Ti spieghiamo perché dovresti gestirlo con eleganza e rispetto.
1. Pensa a una comunicazione chiara e tempestiva.
Il modo in cui comunichi la tua decisione dice molto di te come professionista. Evita lunghe attese o “giochetti” da ufficio: quando vuoi fare il passo, fallo in modo chiaro e diretto.
Sii trasparente, ma non drammatizzare: esprimi la tua gratitudine per le opportunità avute e spiega che questa decisione è il risultato di una riflessione seria sulla tua crescita professionale.
Ecco un esempio di comunicazione sincera e chiara:
“Ho apprezzato moltissimo il tempo passato qui, ma ho deciso di intraprendere un nuovo percorso che rispecchia meglio i miei obiettivi a lungo termine. Sarò felice di lavorare con voi per garantire una transizione fluida”.
Non è necessario entrare nei dettagli o fare dichiarazioni emotive.
Il messaggio deve essere chiaro, rispettoso e professionale.
2. Pianifica una transizione ordinata.
Assicurati che la tua uscita non crei disagi inutili. Organizza e documenta il tuo lavoro, soprattutto se hai progetti in corso o responsabilità specifiche. Se possibile, prepara una lista di attività e suggerisci un piano di passaggio delle consegne. Metti a disposizione il tuo supporto per la formazione di chi ti sostituirà, se già c’è. L’obiettivo è far capire che sei un professionista o una professionista fino alla fine.
3. Rispetta gli accordi e il periodo di preavviso.
Il periodo di preavviso è una parte importante, sia per te sia per l’azienda. Non forzare la chiusura anticipata, ma rispetta gli impegni che hai preso. Questo ti aiuterà a mantenere rapporti di buon livello con chi rimane e a lasciare un’impressione positiva. Ovviamente, in alcuni casi potrebbero esserci delle trattative per abbreviare il preavviso, ma evita di fare richieste eccessive che potrebbero metterti in una posizione delicata.
4. Fai attenzione alle relazioni finali.
Non sottovalutare mai le relazioni con il team o i manager: spesso, sono proprio loro che ti forniranno delle referenze future. Evita di comportarti in modo distaccato o indifferente. Al contrario, mantieni un atteggiamento aperto e disponibile anche i giorni prima di andare via, e cerca di chiudere i progetti o le relazioni in corso con il massimo dell’attenzione.
Fai in modo che l’ultimo ricordo che l’azienda avrà di te sia positivo, professionale e che non lasci margine per malintesi. In fondo, la professionalità non è solo nel fare il proprio lavoro bene, ma anche nel saper gestire i cambiamenti, nella consapevolezza che ogni scelta, anche la più piccola, ha un impatto.Se affrontato con responsabilità, questo momento può diventare un vero e proprio punto di forza per il futuro, utile a far conoscere quanto sei capace di gestire le sfide con equilibrio.
Alcune domande frequenti sul cambio lavoro.
Abbiamo scritto una lunga guida su come cambiare lavoro mentre si lavora e vogliamo chiuderla lasciandoti delle domande. Arrivano dalla nostra esperienza e siamo sicuri che possano esserti utili.
1. Posso cercare lavoro mentre sono ancora impiegato/a senza compromettere la mia reputazione?
Assolutamente sì, ma la discrezione e il rispetto sono davvero importanti. Non c’è nulla di scorretto nel cercare nuove opportunità, purché tu lo faccia in modo professionale e senza “macchiare” la tua attuale posizione. L’importante è che il tuo lavoro non ne risenta e che tu non usi risorse aziendali per la tua nuova ricerca.
2. Come posso prepararmi per un colloquio senza che il gruppo con cui lavoro lo scopra?
Impara il super potere della discrezione. Se lavori in ufficio, puoi pianificare colloqui fuori orario, durante le pause pranzo o utilizzando i permessi o le ferie. Se lavori da remoto, fai attenzione a non interrompere il tuo lavoro quotidiano e cerca di fare i colloqui quando sai che avrai almeno un’ora di tranquillità.
3. Quando dovrei comunicare in azienda che sto cercando un nuovo lavoro?
È consigliabile farlo solo quando la decisione è certa e hai firmato l’offerta. Durante la fase di ricerca, puoi mantenere discrezione. Una volta che hai preso la decisione finale, affronta la comunicazione in modo aperto e professionale, rispettando i tempi di preavviso.
4. Come posso gestire le offerte di lavoro se sono ancora sotto contratto?
Se ricevi un’offerta concreta, prima di comunicare il tuo cambiamento al datore di lavoro attuale, prenditi del tempo per riflettere. Non fare dichiarazioni precipitose, ma agisci in modo ponderato. Rispetta gli accordi e, se necessario, discuti la possibilità di ridurre il periodo di transizione con il tuo attuale datore di lavoro in modo professionale.
5. E se il mio capo o colleghi e colleghe sospettano che stia cercando un altro lavoro?
È importante non lasciare che i tuoi comportamenti o atteggiamenti alterino il flusso quotidiano del lavoro. Fai del tuo meglio per mantenere la concentrazione e la professionalità fino alla fine. Se dovessero chiederti direttamente, rispondi in modo onesto, ma senza fare allarmismi. Sottolinea che stai cercando nuove opportunità per crescere e svilupparti.
6. Come posso mantenere la motivazione mentre sono alla ricerca di un nuovo lavoro, ma continuo a lavorare al mio posto attuale?
Mantenere la motivazione può essere una sfida, ma è fondamentale non perdere mai il focus. Dividi il tuo tempo in modo efficace, creando momenti dedicati alla ricerca e tenendo alta la qualità del tuo lavoro. E ancora considera questa fase come una preparazione per un futuro migliore: ogni piccolo passo ti avvicina al tuo obiettivo.
Queste domande sono solo alcune delle più comuni, ma ci aiutano a vedere come la ricerca di un nuovo lavoro mentre stai già lavorando possa essere gestita con equilibrio e consapevolezza.
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